Logan - The Wolverine; il cinecomics è morto, lunga vita al cinecomics

Ieri mi è capitato, un po' in ritardo in verità, di vedere Logan, cioè l'ultimo dei cinecomic Marvel della Fox (per capirci, gli X-Men) e probabilmente l'ultima prova di Hugh Jackman nei panni di Wolverine. Ve lo dico in anticipo, mi è piaciuto. Molto. Ne parliamo qui sotto.


ma quanto mi piace questa locandina? troppo.



Facciamo un passo indietro. È il '92, Clint Eastwood dirige Unforgiven, che in Italia arriverà come Gli Spietati, e chiuderà così un cerchio che aveva iniziato a tracciare quasi trent'anni prima insieme a sergio Leone. Gli Spietati è un western atipico, crepuscolare, nella quale Clint Eastwood Stesso ritaglia per sé il ruolo di un cowboy che ha provato a cambiare vita, ad andare aventi. Con questo film si segna la fine simbolica di un'epoca, il cowboy è invecchiato, bisogna andare avanti. Non è più tempo di sparatorie e di Gringos senza nome, ed è proprio uno degli artefici di questa epoca a dircelo. Colui che per primo aveva segnato la nascita di un genere ne scrive anche l'epitaffio. Da li in poi il western, almeno quello italiano, non esisterà più (se non come celebrazione -vedasi Django Unchained).

È il 2017, Logan esce nelle sale e il paragone con Gli Spietati, è quasi inevitabile. L'ultima avventura di Wolverine ci mostra il superore ormai invecchiato, stanco. Sono passati i momenti delle grandi avventure degli X-Men, ormai è rimasto solo lui a fare compagnia al vecchio Xavier, la cui mente comicia a perdere i pezzi. Come per Unforgiven, Logan è una storia crepuscolare, quasi intima, in cui i pericoli sono sì all'esterno, ma sono sopratutto interiori.
Hugh Jackman, che interpreta Wolverine da 17 anni, e che con gli X-Men è stato probabilmente uno dei grandi iniziatori del genere Supereroistico (esattamente come Eastwood lo fù per lo Spaghetti Western) si carica in spalla quasi vent'anni di storia del genere e la transita verso una maturità che fino ad allora non gli era mai stata concessa. Jackman che per tanti anni, e forse ancora oggi, è stato uno dei (se non IL) volto principale di questo genere, in una simbiosi perfetta dell'attore con il personaggio si fa carico, come Eastwood, di segnare il punto di rottura, se non addirittura la lapide del cinecomics.
 Logan è un film crudissimo, sporco, violento e arrabbiato in cui Wolverine ci viene mostrato come un vecchio, ormai fiaccato da troppe avventure epiche, alle prese con un mondo nuovo, che non lo riconosce e in cui lui stesso non si riconosce più.

definizione di crepuscolare

È finito il tempo delle grandi Boss Fight, in Logan il vero grande nemico è la consapevolezza. la consapevolezza di aver fatto il proprio tempo, di essere rimasti indietro, invecchiati in un mondo che cambia troppo velocemente. Per me, il capitolo conclusivo della saga di Wolverine rappresenta infatti, come lo era stato Gli Spietati per il Western all'italiana, uno dei punti conclusivi di tutto il genere dei Cinecomics. Se ci si pensa ormai siamo ad una svolta, la MarvelDisney sta per chiudere la Fase 3; con Infintiy War infatti si concluderà tutto il primo (e ultimo?) grande ciclo, da li in poi tanti degli attori principali se ne andranno, arrivati ormai alla fine dei loro contratti. La Fox ha chiuso le due grandi saghe principali (X-Men e Wolverine) e punta a cose più strane come Deadpool. La Warner semplicemente continua ad inseguire, assolutamnete in ritardo e incapace di costrure un universo coerente, per stile e tono.
Alla luce di tutto questo, cosa rimane del cinecomic? Logan è semplicemente un punto di svolta o è la fine di un epoca? parafrasando una frase famosa:

Il cinecomics è morto, lunga vita al cinecomics








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