Mr. Robot, Ovvero come fare una serie sugli hacker perfetta.
Succede che da poco, in America, è uscita Mr. Robot, una serie che non è solo bella, ma è destinata a diventare uno dei pilastri della televisione attuale, potente, attuale e con un sacco di cose da dire; io mi sono completamente innamorato, è davvero così bella? Si, lo è, amo farmi le domane da solo? si, lo amo, parliamone.
Quello che stiamo vivendo è, per il cinema e la televisione, un momento molto particolare della propria storia: siamo sempre stati abituati a due medium estremamente lontani, se il cinema era considerato una sorta di "fratello grande", la vera e unica forma di arte tra le due capace di suscitare emozioni o di creare linguaggi nuovi la tv rimaneva una sorta di giulty pleasure, con un'offerta di prodotti di intrattenimento, con cui sedersi sul divano e staccare un po il cervello. Qualche anno fa le cose sono cambiate; non con Beverly Hills 90210, non con Fonzie e la sua inseparabile giacca di pelle in Happy Days ma con Lost; lost cambiò le regole, dopo di essa fu tutto diverso, la televisione poteva dire qualcosa. Vennero poi tutte le altre, Breaking Bad, true detective, ognuna dimostrava in maniera lampante quanto la distanza tra i due media stava diventando sottile, e si assisteva a molti casi in cui era palese quanto alcune serie fossero di gran lunga migliori di tre quarti della cinematografia attuale (Blink di Doctor Who, per esempio)
Si arriva dunque ad oggi, Mr. Robot è la storia di un giovane hacker con problematiche sociali che viene contattato un giorno da questa FSociety, pseudo anonymous che gli offrono la possibilità di ribaltare, con le loro abilità, le sorti del mondo facendo crollare la E Corp, il più grande conglomerato di malvagità al mondo.
Mr. Robot è una serie potentissima, un grande e modernissimo affresco sulle problematiche che stiamo vivendo al giorno d'oggi: la sfiducia nelle istituzioni, soprattutto da dopo la crisi, il sospetto che non siano più veramente i governi a decidere della vita delle persone ma solamente grandi compagnie che hanno a cuore i propri interessi e il nuovo rapporto delle persone con i social network, specchi deformanti della propria realtà; il tutto circondato da un una "scatola" incredibile, regia fotografia e scrittura sono sempre impeccabili, Rami Malek ci mostra un Elliot profondo, distaccato ma presente, sempre al limite tra il mondo reale e il suo, riuscendo a comunicare lo straniamento crescente verso il resto del mondo.
Uno dei meriti principali di Mr. Robot è che finalmente la messa in scena riesce a essere covincente per la rappresentazione, reale, del mondo dell'hacking, non si pigiano più bottoni che fanno volare tra palazzoni digitali di dati, hackerare vuol dire scrivere codici, conoscere il mezzo, entrare dentro alla macchina e farle fare quello che si vuole. L'hacking è di fatto il perno attorno al quale ruota la serie; ovviamente è il modo che usano per cambiare le sorti del mondo, ma è anche possibile vederlo sotto una luce diversa, nuova: L'hacking è la possibilità moderna di togliere le maschere delle persone, in un mondo come il nostro in cui i social network ci fanno illudere di poter sapere tutto di ogni persona, l'hacking svela, toglie, distrugge, per ogni cosa che si decide di esporre ce ne sono centinaia che non vengono rivelate, e, infatti, la prima apparizione che abbiamo di Elliot, il protagonista, è questa, mentre dice ad un uomo che ha rivelato i suoi segreti alla polizia. Non ci sono persone buone, in Mr, Robot, le apparenze ingannano, ognuno ha qualcosa da nascondere e l'hacking è il modo per rivelare chi sono veramente;in un mondo in cui la tecnologia è una delle basi dell'occidente, chi è capace di controllarla controlla tutto e ne può decidere le sorti.
ma chi siamo noi, in Mr. Robot? è una domanda strana, ma non banele in questa serie; Noi siamo il pubblico, certo, invisibili verso il prodotto di cui fruiamo, o forse no? Non è come in House of Cards, in cui Kevin Spacey rompe la quarta parte parlandoci, noi siamo il prodotto della mente di Elliot, un qualcosa che si è creato per avere qualcuno con cui parlare; il ribaltamento dei ruoli è profondo e straniante, e la ricerca della propria identità sarà il puzzle attorno al quale gireranno molte delle puntate, puzzle che andrà a completarsi, pezzo dopo pezzo avvicinandosi al fiale di stagione
Insomma l'unica cosa che si può ancora ancora dire è di correre a guardarlo, una serie che è destinata a diventare miliare con 10 puntate praticamente perfette, si spera in una seconda stagione ( già confermata) al livello della prima.
Quello che stiamo vivendo è, per il cinema e la televisione, un momento molto particolare della propria storia: siamo sempre stati abituati a due medium estremamente lontani, se il cinema era considerato una sorta di "fratello grande", la vera e unica forma di arte tra le due capace di suscitare emozioni o di creare linguaggi nuovi la tv rimaneva una sorta di giulty pleasure, con un'offerta di prodotti di intrattenimento, con cui sedersi sul divano e staccare un po il cervello. Qualche anno fa le cose sono cambiate; non con Beverly Hills 90210, non con Fonzie e la sua inseparabile giacca di pelle in Happy Days ma con Lost; lost cambiò le regole, dopo di essa fu tutto diverso, la televisione poteva dire qualcosa. Vennero poi tutte le altre, Breaking Bad, true detective, ognuna dimostrava in maniera lampante quanto la distanza tra i due media stava diventando sottile, e si assisteva a molti casi in cui era palese quanto alcune serie fossero di gran lunga migliori di tre quarti della cinematografia attuale (Blink di Doctor Who, per esempio)
Si arriva dunque ad oggi, Mr. Robot è la storia di un giovane hacker con problematiche sociali che viene contattato un giorno da questa FSociety, pseudo anonymous che gli offrono la possibilità di ribaltare, con le loro abilità, le sorti del mondo facendo crollare la E Corp, il più grande conglomerato di malvagità al mondo.
Mr. Robot è una serie potentissima, un grande e modernissimo affresco sulle problematiche che stiamo vivendo al giorno d'oggi: la sfiducia nelle istituzioni, soprattutto da dopo la crisi, il sospetto che non siano più veramente i governi a decidere della vita delle persone ma solamente grandi compagnie che hanno a cuore i propri interessi e il nuovo rapporto delle persone con i social network, specchi deformanti della propria realtà; il tutto circondato da un una "scatola" incredibile, regia fotografia e scrittura sono sempre impeccabili, Rami Malek ci mostra un Elliot profondo, distaccato ma presente, sempre al limite tra il mondo reale e il suo, riuscendo a comunicare lo straniamento crescente verso il resto del mondo.
Uno dei meriti principali di Mr. Robot è che finalmente la messa in scena riesce a essere covincente per la rappresentazione, reale, del mondo dell'hacking, non si pigiano più bottoni che fanno volare tra palazzoni digitali di dati, hackerare vuol dire scrivere codici, conoscere il mezzo, entrare dentro alla macchina e farle fare quello che si vuole. L'hacking è di fatto il perno attorno al quale ruota la serie; ovviamente è il modo che usano per cambiare le sorti del mondo, ma è anche possibile vederlo sotto una luce diversa, nuova: L'hacking è la possibilità moderna di togliere le maschere delle persone, in un mondo come il nostro in cui i social network ci fanno illudere di poter sapere tutto di ogni persona, l'hacking svela, toglie, distrugge, per ogni cosa che si decide di esporre ce ne sono centinaia che non vengono rivelate, e, infatti, la prima apparizione che abbiamo di Elliot, il protagonista, è questa, mentre dice ad un uomo che ha rivelato i suoi segreti alla polizia. Non ci sono persone buone, in Mr, Robot, le apparenze ingannano, ognuno ha qualcosa da nascondere e l'hacking è il modo per rivelare chi sono veramente;in un mondo in cui la tecnologia è una delle basi dell'occidente, chi è capace di controllarla controlla tutto e ne può decidere le sorti.
ma chi siamo noi, in Mr. Robot? è una domanda strana, ma non banele in questa serie; Noi siamo il pubblico, certo, invisibili verso il prodotto di cui fruiamo, o forse no? Non è come in House of Cards, in cui Kevin Spacey rompe la quarta parte parlandoci, noi siamo il prodotto della mente di Elliot, un qualcosa che si è creato per avere qualcuno con cui parlare; il ribaltamento dei ruoli è profondo e straniante, e la ricerca della propria identità sarà il puzzle attorno al quale gireranno molte delle puntate, puzzle che andrà a completarsi, pezzo dopo pezzo avvicinandosi al fiale di stagione
Insomma l'unica cosa che si può ancora ancora dire è di correre a guardarlo, una serie che è destinata a diventare miliare con 10 puntate praticamente perfette, si spera in una seconda stagione ( già confermata) al livello della prima.



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