The legend of Tarzan: Perchè si e perchè no
In un periodo di magra per le uscite cinematografiche come questo, ci si accontenta e si va a vedere roba che forse, in altri periodi, si sarebbe tranquillamente evitata; a me è capitato con The Legend Of Tarzan, l'ultimo film di David Yates (che ha fatto un sacco di Harry potter, e che dirigerà il nuovo film della saga: Fantastic Beasts) che alla fine umh, funziona, ma non del tutto: parliamone
The Legend Of Tarzan si colloca nel recente tentativo della Disney di trasportare i propri classici dell'animazione in film in Live Action (Il Libro della Giungla o il prossimo La Bella e La Bestia, con Emma Watson), cercando di riagganciare sia il pubblico che era bambino allora, sia le generazioni attuali, con dei film si ancorati nel passato, però, in un certo senso, completamente nuovi.
Il film si apre conologicamente qualche anno dopo la conclusione del (bellissimo) Tarzan di animazione del '99: Tarzan (Alexander Skarsgård), ora conosciuto come John Clayton III, ha ritrovato la sua vita in Inghilterra, ha sposato Jane e la vita nella giungla sembra essere ormai soltanto un lontano ricordo, fino a quando quest'ultima non tornerà prepotentemente a bussare; il re del Belgio, mandando il suo uomo più fidato, Léon Rom (Christoph Waltz) cercherà di conquistare la terra natia di Tarzan per sfruttarne le risorse naturali, e toccherà proprio a quest'ultimo salvarla, rinunciando ancora una volta alla civiltà per tornare a casa.
Ed è proprio questo il primo dei Perché Si: Tarzan è diviso tra la sua patria, l'Inghilterra, terra dei suoi genitori e dove John Claton III ha ormai una vita e una moglie, e l'Africa, quella che a differenza dell'Inghilterra è stata la sua vera casa; più volte nel film di Yates ci viene è presentata questa binomia nel carattere di Tarzan, a cavallo tra i due mondi nella sua, ormai leggendaria, figura di Uomo-Scimmia, e con una decisione da prendere: la terra dove ci sono le sue radici o la sua vera casa, dove è nato e cresciuto, e dove, soprattutto, ha imparato a stare al mondo.
altro Perché Si è anche l'interpretazione di Christop Waltz, nella sua prova riesce a darci un personaggio spietato, cinico ma anche grottesco al punto da farci quasi sorridere, forse aiutato anche dalla scarsa performance di tutti gli altri attori, che gli permettono di spiccare su tutti gli altri
Dall'altra parte i Perché No sono altrettanto numerosi: come abbiamo detto le performance di quasi tutto il cast non spiccano mai per particolare bravura, e nonostante l'ottimo lavoro sul lato fisico da parte di Skarsgard (immaginatevi un bestione di uno e novanta incredibilmente muscoloso, ecco, beh, così) anche lui non riesce a rendere Tarzan più della figura a cui siamo abituati e non riesce quindi a rendere Tarzan un personaggio, con un suo spessore psicologico e morale: è tarzan perché ci viene detto che lui è tarzan e perché ovviamente ha un fisico e una somiglianza col personaggio incredibili, niente di più niente di meno.
il secondo Perché No è un certa mancanza di rifinitura che ho notato nella CGI, penso anche dovuto al fatto che molte scene fossero state girate con l'intenzione di essere viste in Imax 3D (mentre io mi sono accontentato di un misero 2D); il punto è che spesso si ha l'impressione di vedere i personaggi che non interagire bene con l'ambiente digitale che li circonda o che comunque alcuni effetti speciali risultino molto "posticci" rispetto al tono generale del film (anche accentuato una fotografia a volte troppo saturata)
In conclusione, The Legend of Tarzan è un prodotto che si lascia guardare, intrattiene ma che esaurisce la sua funzione veramente appena usciti dalla sua, anche grazie alla sua produzione un po traballante; guardatelo se non ne potete più di non andare in sala e volete passare due ore piacevoli ed evitatelo se site alla ricerca dei un grandissimo blockbuster o di un film profondamente ecologista: The Legend Of Tarzan è esattamente a metà fra i due poli.
The Legend Of Tarzan si colloca nel recente tentativo della Disney di trasportare i propri classici dell'animazione in film in Live Action (Il Libro della Giungla o il prossimo La Bella e La Bestia, con Emma Watson), cercando di riagganciare sia il pubblico che era bambino allora, sia le generazioni attuali, con dei film si ancorati nel passato, però, in un certo senso, completamente nuovi.
Il film si apre conologicamente qualche anno dopo la conclusione del (bellissimo) Tarzan di animazione del '99: Tarzan (Alexander Skarsgård), ora conosciuto come John Clayton III, ha ritrovato la sua vita in Inghilterra, ha sposato Jane e la vita nella giungla sembra essere ormai soltanto un lontano ricordo, fino a quando quest'ultima non tornerà prepotentemente a bussare; il re del Belgio, mandando il suo uomo più fidato, Léon Rom (Christoph Waltz) cercherà di conquistare la terra natia di Tarzan per sfruttarne le risorse naturali, e toccherà proprio a quest'ultimo salvarla, rinunciando ancora una volta alla civiltà per tornare a casa.
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| tutto molto blu |
altro Perché Si è anche l'interpretazione di Christop Waltz, nella sua prova riesce a darci un personaggio spietato, cinico ma anche grottesco al punto da farci quasi sorridere, forse aiutato anche dalla scarsa performance di tutti gli altri attori, che gli permettono di spiccare su tutti gli altri
Dall'altra parte i Perché No sono altrettanto numerosi: come abbiamo detto le performance di quasi tutto il cast non spiccano mai per particolare bravura, e nonostante l'ottimo lavoro sul lato fisico da parte di Skarsgard (immaginatevi un bestione di uno e novanta incredibilmente muscoloso, ecco, beh, così) anche lui non riesce a rendere Tarzan più della figura a cui siamo abituati e non riesce quindi a rendere Tarzan un personaggio, con un suo spessore psicologico e morale: è tarzan perché ci viene detto che lui è tarzan e perché ovviamente ha un fisico e una somiglianza col personaggio incredibili, niente di più niente di meno.
il secondo Perché No è un certa mancanza di rifinitura che ho notato nella CGI, penso anche dovuto al fatto che molte scene fossero state girate con l'intenzione di essere viste in Imax 3D (mentre io mi sono accontentato di un misero 2D); il punto è che spesso si ha l'impressione di vedere i personaggi che non interagire bene con l'ambiente digitale che li circonda o che comunque alcuni effetti speciali risultino molto "posticci" rispetto al tono generale del film (anche accentuato una fotografia a volte troppo saturata)
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| Si. c'è anche Samuel L. Jacson, ma esiste un film dove non ci sia? |
In conclusione, The Legend of Tarzan è un prodotto che si lascia guardare, intrattiene ma che esaurisce la sua funzione veramente appena usciti dalla sua, anche grazie alla sua produzione un po traballante; guardatelo se non ne potete più di non andare in sala e volete passare due ore piacevoli ed evitatelo se site alla ricerca dei un grandissimo blockbuster o di un film profondamente ecologista: The Legend Of Tarzan è esattamente a metà fra i due poli.



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