Zootropolis e la #RecensioneInCombo

Nonostante di solito l'unica voce di cui leggete in questo piccolo blog di cinema sia la mia, ho deciso di creare una simpatica rubrica #RecensioniInCombo, in cui io e il mio fratellino, di anni 8, proviamo ad analizzare i film che guardiamo; a questo giro, zootropolis, pronti? pronti.

 

Come già ci dice il titolo Zootropolis è un vero e proprio zoo, in un mondo in cui gli umani non esistono e gli animali hanno creato una loro civiltà; Zootropolis nasce proprio come il simbolo e l'unione di tutte le diverse specie animali, che convino pacificamente tra di loro, dagli animali mastodontici ai più piccoli, da quelli tropicali a quelli artici, ma sopratutto, dalle prede ai predatori.

La nostra storia comincia con una coniglietta, Judy Hopps, intenzionata a diventare una poliziotta, nonostante tutti (famiglia compresa) le ripetano che per una della sua specie non sia un obiettivo adeguato, molto meglio continuare a coltivare carote, molto più sicuro, per un coniglio; la coniglietta tenace però, non ci sta, e sfidando tutti i pregiudizi riesce a diventare il primo poliziotto-coniglio di Zootropolis. In città le cose non vanno, però, come si aspetta, forse Zootropolis non è la città di completa integrazione che appare da fuori, una chiara dimostrazione è la scaltra e sfacciata volpe che incontra dopo poco: Nick Wilde, che vivendo sul filo della legalità si andrà a porre in antitesi proprio con l'agente Hopps, con la quale si ritroverà incastrato in un fitto mistero che avvolge proprio i predatori.


Parto [partiamo, scusate] col dire che Zootropolis è un bellissimo film, i Walt Disney Animation Studios che mancavano da un anno (dallo strepitoso Big Hero 6, citato anche qua), ritornano a lavorare ancora una volta col il mondo animale, questa volta per parlare della diversità, della multi-etnicita, e facendolo nel miglior modo possibile: collocando il tutto nell'attualità.
Il vero tocco di classe del film infatti è stato quello di rendere Zootropolis una città "vera": caotica, piena, variegata e colorata (il lato tecnico sta diventando, negli ultimi anni, sempre più impressionante, ponendo come limite veramente solo la creatività degli studios) ma sopratutto piena di persone o di animali, in questo caso; partendo da uno degli animali più piccoli e indifesi di tutti, un coniglietto, il film ci mostra come non siano le nostre origini, o la nostra famiglia a definire chi siamo, ma solo ed esclusivamente noi stessi, si è prede e predatori solo nella dimensione in cui lo si vuole essere,e il nostro destino, quindi, è unicamente in mano nostra
Una morale quindi assolutamente non da poco in un mondo sempre più multiculturale come il nostro, in cui realtà, culture e stili di vita diversi si intrecciano sempre più fittamente (sarà una parola vera?) e in cui imparare a convivere con gli altri diventa uno dei punti principali
Menzione d'onore ai due protagonisti: caratterizzati in un modo stupendo possono tranquillamente rientrare tra i migliori personaggi animati degli ultimi anni.

IL COMMENTO DELL'ESPERTO (ovviamente si parla del mio fratellino, sagace critico dell'animazione tutta):
Il film è bello e fa riderissimo [risate] soprattutto il bradipo che parla pianissimo [un sacco di rissate]

Insomma, a noi è piaciuto, vedetelo!









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